IL PRIORE DI BOSE
A Gabriella, Antonio e Josè Rallo
Carissimi,
in quest’ora di passaggio di Giacomo da questo mondo al Padre scrivo a voi, e scrivo così di qualche modo a tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato.
Vi dico innanzitutto la mia commozione, i sentimenti fraterni e ricordi numerosi che si accavallano nel cuore e nella mente…Purtroppo non riesco ad esser presente alla liturgia dei funerali come avrei desiderato, ma mi sento davvero in mezzo a voi: da anni un’amicizia grande ci lega! Sono presente tra voi con il mio cuore, nella certezza che Giacomo, fratello e amico, è già tra le braccia di Dio, nella pace senza fine.
L’amicizia con Giacomo è qualcosa di intenso e profondo, come la sua persona, dotata di grande forza interiore e relazione. Uomo di coraggio, di lungimiranza e di fortezza, portava questi suoi tratti in tutto ciò che viveva, con una rara attenzione al dettaglio, alle persone più vicine, e al tempo stesso ai più vasti orizzonti. Transitava infatti con grande naturalezza dal piccolo al grande, dal semplice al complesso. Mi ha sempre molto colpito la sua capacità di rapporti autentici e veri con tutti, a prescindere dalla loro condizione, il caricarsi delle situazioni altrui, la sapienza dei suoi consigli, la prontezza della sua intuizione, la riservatezza, il rispetto e la comprensione per le situazioni umane.
Uomo di visione e contemporaneamente di straordinaria adesione alla realtà e senso pratico, era a suo agio nei temi più innovativi e di futuro, come quelli della tradizione della sua amatissima terra.
Nonostante avesse una forte carica comunicativa, credo che ancora più significativi erano il suo ascolto e i suoi silenzi. In questo santuario interiore, segreto, dimorava – ne devo dare testimonianza – la sua vita di fede e di preghiera, tanto discreta quanto profonda. Lo percepii acutamente in occasione di un nostro pellegrinaggio in Terra santa, sulle tracce del Signore, ma era una dimensione che lo accompagnava sempre e permeava il suo sguardo verso persone e cose.
Si era molto affezionato alla nostra comunità, vi tornava con gioia, ne sapeva cogliere gli aspetti più quotidiani, si muoveva nelle nostre stanze, laboratori, orti e giardini perfettamente a suo agio, e aveva acceso amicizie con vari fratelli e sorelle di Bose.
Confesso che più volte aveva chiesto di parlarmi personalmente, e uscivo dal nostro colloquio edificato per la qualità delle preoccupazioni che abitavano il suo cuore, mai autoreferenziali e sempre ispirate da un desiderio di bene, di vita bella e felice per gli altri.
L’ultima volta che venne a Bose poco tempo fa, mi chiese di parlarmi da solo e mi confidò pensieri personali che mi fecero sentire la sua grandezza di credente e di uomo giusto, di marito, di padre e di nonno.
Giacomo è un grande dono per tutti, i rapporti di amore da lui vissuti non andranno perduti e quest’ora si apre al ringraziamento al Signore. Vi chiedo di continuare ad accompagnarci con la sua preghiera, nella certezza che è vivente per sempre, ed è più che mai accanto a noi.
Con i fratelli e le sorelle della comunità vi abbraccio fraternamente, soprattutto abbraccio Gabriella, donna meravigliosa, ispiratrice per Giacomo: contate sulla nostra amicizia fedele!
Con affetto profondo e fedele
Enzo Bianchi, priore di Bose, con i fratelli e le sorelle della comunità.
Bose, 10 Maggio 2016